Creatività
Ovvero sono preferibili le domande o le risposte in educazione ?
Parlo spesso di creatività e forse considero scontato questo termine che invece è bene approfondire.
Per prima cosa dobbiamo considerarla come una modalità di interagire con il mondo esterno e con le informazione che ci vengono da qualsiasi elemento: parole, suoni, elementi tattili piuttosto che visivi …
Sembra tutto molto semplice , ma non è cosi .
Osservo molti bambini e ragazzi di differenti età e posso dire che, soprattutto quando crescono e sono più alfabetizzati negli apprendimenti scolastici di tipo formale, possono perdere l’attitudine a “costruirsi le proprie informazioni ” a partire dalle esperienze che offre loro la realtà, ma anche il mondo culturale, fino ad avere un approccio che talvolta si limita ad uno studio più di tipo mnemonico o comunque centrato sulle risposte del docente .
Allora potremmo soffermarci un attimo sulla diversità di approccio – ad una qualsiasi informazione o progettazione – che può essere suscitato dal fatto che l’adulto si rapporti al ragazzo facendo, preferibilmente, domande oppure fornendo , preferibilmente, risposte .
Sono realmente approcci diversi che stimolano diversamente i ragazzi ed il loro modo di approcciarsi alla conoscenza .
Naturalmente tra le due modalità credo che sia saggio cercare un equilibrio, nella consapevolezza della loro diversità e della necessità di integrazione .
E’ bene che il bambino sia sollecitato da domande, da questioni aperte a fornire delle risposte possibile e plausibili , a fare delle sperimentazioni , a cercare di avvicinarsi ad una soluzione
Ed è bene che l’adulto, soprattutto se interpellato, fornisca ( più che risposte ) gli approfondimenti necessari che consentano al ragazzo di continuare la sua indagine.
E’ evidente che una azioni di questo tipo è formidabile per permettere ad un ragazzo di avviare, sviluppare e consolidare quella che viene definita con il termine di COMPETENZA , quindi apprendimenti consolidati, fatti propri a partire dall’ azione personale in una prospettiva che si definisce “IMPARARE AD IMPARARE “.
Parimenti è chiaro che allestire spazi esperienziali di questo tipo non sia semplice e richiede : luoghi adeguati , materiali consoni, il saper progettare per competenze e quindi , soprattutto una importante professionalità negli adulti .
Chi mi conosce sa che non amo incensare ciò che faccio ,ma mi sento di dire che l’attenzione prima richiamata è assolutamente presente- e da sempre – nei progetti erogati dalla Fattoria Didattica, culturale delle Ginestre ( Genestrello . PV) : un luogo dove veramente si fa esercizio di problem solving in una dimensione sempre piacevole , sapientemente ludica , e ponendo un’ attenzione costante al clima relazionale .
Perché racconto tutto questo ? In realtà perché sono convinta – osservandolo da tanto -che questo approccio funzioni e possa permettere ai bambini di sviluppare una maggiore sicurezza in se stessi, in ciò che fanno ed in quello che pensano e dicono ; una migliore capacità di interagire nei gruppi, percependo, davvero , l’altro come risorsa; una curiosità che sa sostenere lo sviluppo vero ed originale dell’ apprendimento e la costruzione della cultura .
Cosa vorrei ? Forse, semplicemente , che tutto questo fosse ” per tutti ” .
Silvana Sperati
Per Fattoria delle ginestre
eureka@lafattoriadelleginestre.com