Munari mi diceva che i giocattoli in commercio sono fatti così perché i giocattoli per i bambini li comprano gli adulti . In effetti, se ben ci pensiamo è proprio così . Questo potrebbe voler dire che non sempre sono adeguati ai bisogni ed agli interessi reali dei bambini. Con il giocattolo – o con i materiali che il bambino usa alla “guisa” di giocattolo – ha la possibilità di sperimentare, scoprire, imparare un “mondo di cose “. Questo lo fa prima da solo e poi in gruppo. Attraverso questa fondamentale attività ludica il bambino costruisce, un passo dopo l’altro, la sua stessa identità . Detto questo è implicito che la tipologia di giochi – ovviamente rapportata alla età ed agli interessi personali di ogni singolo bambino – diventa molto importante , tanto che non possiamo permetterci di comprare o regalare giocattoli a casaccio, magari solo attenti alla indicazione che ci viene dalla moda del momento. Poiché ben sappiamo che il bambino apprende attraverso “il fare “: sperimentando le possibilità degli oggetti e dei materiali, avendo tempo per fare delle prove, confrontandosi con i pari , avendo a disposizione tutta una varietà di materiali scelti tra quelli che maggiormente possono “dialogare ” con l’azione del bambino stesso. E’ importante pertanto che i giochi che gli offriamo gli permettano di fare svariate azioni . In questo senso è preferibile evitare giocattoli troppo a “senso unico”, per privilegiare quelle proposte ludiche che offrono una maggiore ampiezza di azione e sperimentazione. Un altro elemento da considerare attiene ai materiali con i quali sono costruiti i giocattoli . Sarebbe buona cosa che il bambino avesse la possibilità, fin da piccolo, di manipolare e conoscere il maggior numero di materiali, presentati nelle loro varietà ed anche in contrasto tra loro: le carte, le stoffe, i rametti, i sassi, le cortecce , gli elastici … questi sono tutti materiali ” da niente ” che possono essere molto interessanti per le esplorazioni ed i giochi di un bambino. Inoltre nel proporre un gioco ad un bambino occorre anche prestare attenzione a non essere troppo “orientanti”. Infatti se diciamo ” con questo gioco si può fare questo o quest’altro ” andiamo ad indirizzare l’azione del bambino che di sicuro non sperimenterà le possibilità offerte dall’oggetto, ma cercherà di aderire alla prospettiva che l’adulto gli ha delineato . Forse potrebbe essere più utile dire ad un bambino : Chissà cosa ci si può fare con questo materiale, con questo “gioco ” ? Vogliamo provare ? Tu da dove partiresti ? Insomma è bene solo stimolare un poco il bambino con domande che “fanno pensare ” e facilitano l’azione . Poi va da se .
( Silvana Sperati )