Non vogliamo fare gli originali a tutti i costi; non vogliamo giudicare una tradizione importata e neppure vogliamo porci a spada tratta nella difesa del significato religioso della festa del 1 e del 2 novembre, perché questo compito spetta ad altri, ben più preparati di noi .
Quello che sappiamo è che ogni bambino ( ma non solo ) ha bisogno di riti autentici ed ha bisogno di appartenenza, di sentirsi parte di un qualcosa . Solo se si posseggono delle buone radici, dei punti di riferimento certi ed autentici si potrà costruire una propria identità che permetterà, poi di accostarsi al pensiero originale dell’altro. Ciò che vediamo è stato in questi anni il progressivo sgretolarsi del rito, ma anche di significati che, in qualche modo, costruivano la base della nostra cultura. Natale è diventato una festa come un’altra che si apparecchia già al supermercato e lascia ben poco spazio ad un sentimento di introspezione e di condivisione profonda , il compleanno è la “festa a tutti i costi ” da consumare sudando nella “palloteca “di turno ( e se ci si fa male o si urla tutto il tempo, va bene lo stesso ) , il carnevale ha perso il suo senso di trasgressione e di grande possibilità fantasiosa per obbligarci ad indossare la fantasia “pret a porter” che ci viene dall’eroe televisivo già ” bello e pronto” da indossare. La mercanzia, nella maggior parte delle situazioni , ha soppiantato la fantasia.
Tutto questo ( ed altro ancora ) non va bene e non fa bene . Si vedono persone ( bambini, ragazzi ed adulti ) sempre più “sospesi “, incapaci di vivere la dimensione del “qui ed ora” , sempre alla ricerca di un “altro” che neppure loro sanno a cosa corrisponda , con grande difficoltà a dare valore alle cose e a sentirsi parte di un qualcosa .
Anche per tutto questo, secondo noi, serve altro . Serve riscoprire il gusto di costruire la festa vera; d’ immaginare e preparare la sorpresa, di ricordarci che le cose non sono tutte uguali, ma che alcune sono buone ed altre meno. Serve sapere perché si fanno le “cose” e che valore hanno.
Nella consapevolezza della nostra pochezza e non volendo certo “cambiare il mondo ,” abbiamo sempre cercato di offrire segnali che vanno in un’altra direzione; lavorando sull’ appartenenza, sulla storia delle persone, sulla costruzione e sulla percezione delle emozioni, sui significati che hanno gli eventi e soprattutto su ciò che serve veramente ai bambini .
Per questo anche quest’ anno- senza giudicare nessuno e in punta di piedi- Fattoria delle ginestre sceglie di non festeggiare Halloween.
( Vogliateci bene lo stesso )