Incredibile: sembra che oggi basti “mettere” della musica “tipo baby dance”, appendere due festoni colorati, magari allestire un angolo gonfiabili, abbondare di “bella mercanzia pseudo didattica colorata e possibilmente in plastica”, preparare una comunicazione coloratissima e che “prenda lo sguardo” e poi ovviamente vestire il sorriso d’ordinanza per diventare uno spazio per bambini anche “alla moda”.
Forse c’è da riflettere un po’. Non trovate ?
Dov’ è finita l’attenzione ai dettagli ? La centratura sugli aspetti più semplici ? La conoscenza da tutti i punti di vista? L’ascolto empatico e reciproco ? La valorizzazione delle competenze e delle specificità di ciascuno ? L’attenzione ad essere accanto a ogni bambino nel costruire un proprio progetto ?
Non ci è permesso sbagliare ( troppo ) quando si tratta di educazione, perché, come ci ricordava Munari e Piaget ” il bambino si forma nei primi anni di vita e resterà tale per tutta la vita “.
Occorre, a mio avviso, riprendere la consapevolezza che un bimbo si forma soprattutto scoprendo il rumore del vento, il peso ed il colore di un sasso, il profumo di una fogliolina di menta …
Diventando capace di dare un nome alle sue scoperte e di condividerle con gli altri .
Allora facciamo, finalmente, un po’ di silenzio, ritorniamo ad osservare e ad ascoltare i bambini per capire quali sono i loro bisogni veri .
E’ necessario .
Grazie
Silvana Sperati per Fattoria delle ginestre