Cari amici ,
chi è iscritto nel nostro servizio news letter ci conosce e crediamo condivida ( non senza criticità ) le azioni ed i pensieri che proponiamo.
Questa vicinanza che avvertiamo ci porta a manifestare lo stato di sbigottimento e di vera difficoltà che sempre più avvertiamo nel nostro contesto sociale .
Varie volte da questa pagina abbiamo già condiviso le preoccupazioni attinenti alla trasformazione della famiglia, a quella che possiamo chiamare la crisi della scuola, alle forme di disagio che intercettiamo talvolta nei bambini e nei giovani .
Ma ora si va oltre. La cronaca di questi giorni , nazionale e locale, ci mostra l’orrore continuo, l’alienazione dei valori fondamentali sui quali si erge una società , con il susseguirsi di azioni criminose e tragiche a danno di donne e bambini; effettuate, tra l’altro, quasi come fossero “tragiche routine “.
Non è possibile continuare così e vorremmo dire che occorre veramente fare qualcosa . Coloro che si occupano della “cosa pubblica ” necessariamente dovranno porsi delle domande relative a questo malessere che ci rimanda l’immagine di una società ” che uccide e si uccide ” . Ma, crediamo, che anche tutti noi dobbiamo iniziare a farci delle domande e ad aumentare lo stato di attenzione vigile rispetto ai segnali di disagio.
Cosa fare ? Difficile dirlo !!!
Ma ci viene da pensare che alcune cose, magari piccole, possiamo iniziare a realizzarle anche nella pratica educativa per contribuire a costruire benessere e buone relazione accanto a ciascuno di noi .
Per esempio a nostro avviso dobbiamo smettere dire che i bambini e di ragazzi sono “video dipendenti” , sempre davanti al computer con “giochini vari” o ancora “dipendenti” da cartoni e film troppo spesso basati su una violenza e lotta gratuita. Tanto che ci troviamo ad osservare come nei rapporti tra pari sembra che i bambini non sappiamo fare altro che imitare lotte di vario tipo a discapito di una comunicazione più empatica e ricca. Se riteniamo che questi comportamenti “alla lunga ” non facciano bene, occorre che li contrastiamo ed offriamo ai bambini delle alternative .
Se notiamo che ci sono ragazzi o persone per le quali diventa oltremodo difficile perdere o accettare una regola, tanto che appaiono pronti a fare di tutto pur di avere la meglio; forse possiamo iniziare a porci qualche domanda e magari stimolare una criticità verso questi comportamenti.
Ci sono atteggiamenti che possiamo osservare già nei bambini e poi nei ragazzi che vanno moduli, stemperati, vissuti con maggiore ironia . La relatività di qualsiasi fenomeno va interiorizzata, così che se qualcosa non va come si vorrebbe non “crolla il mondo”.
Tutto questo un tempo era consuetudine, forse – semplicemente- perché la gente stava di più assieme, affrontava insieme fatiche e paure ed anche le gioie del quotidiano, sapendo anche di poter contare su “una parola ” del vicino .
Siamo consapevoli che un tessuto sociale caldo, accogliente va certamente ricostruito, laddove egoismo ed alienazioni lo hanno leso.
Dunque :prendiamoci per mano ed attraversiamo questo tempo difficile
Silvana per Fattoria delle ginestre