Il coraggio, il cuore, la speranza
Una mattina come tante
La fretta ci accompagna mentre andiamo a scuola.
La strada è di quelle antiche e tanto trafficate. L’antica Romera
La mamma è alla guida e la figlia le siede accanto .
Improvvisamente, inspiegabilmente sulla strada, lucida di asfalto, appare un micino.
Una piccola palla di pelo rossa, ferma proprio davanti a noi .
Un brivido, la macchina riesce a scansarlo .
Ma cosa ci fa quel cucciolo di gatto in quel luogo ?
Nulla potrebbe essere più pericoloso per lui.
Non ci si pensa un attimo, la fetta sparisce e si accosta la macchina per guardare dietro cosa succede .
Il piccolo è in mezzo alla strada, esposto al pericolo più grande: quello di perdere la vita.
Lampeggiamo con l’auto, attiviamo le “quattro frecce” che indicano pericolo .
Non si sa come , altre 3 o 4 macchine lo schivano e lui riesce ad arrivare dall’altra parte della strada .
Ma non si può lasciarlo li, come si fa ….
Il cuore comanda.
Si lascia l’auto e, con quanta prudenza possibile, ci si dirige verso il ciglio .
Si sente un miagolio e poi nulla .
Dove sei ?
Con degli ombrelli si cerca di togliere le sterpaglie e di guardare dentro all’alto fossato .
Nulla .
Ci sbracciamo per domandare aiuto ai passanti. Come si fa ? Chi ci aiuta ?
Tutti corrono, colmi di fretta.
Vediamo un camioncino lo fermiamo e chiediamo aiuto, ma nulla da fare.
Del gatto nessuna traccia. Per ora non si può fare altro .
Si va a scuola , ma come si giustifica il ritardo ?
Inconvenienti nel percorso, che altro scrivere .
La giornata trascorre, ma il pensiero è sempre al piccolo cucciolo.
“Dai Ginevra, proviamo a cercarlo ancora”.
“Ma mamma, figurati se lo troviamo” .
Proviamo
Camminiamo ancora lungo il fossato, cerchiamo i segni dell’azione del mattino precedente.
Ecco, potrebbe essere qui .Proviamo a miagolare ….
Incredibile : abbiamo una risposta .
Caspita :allora c’è ancora , ma dove sarà?
Questa volta abbiamo degli attrezzi da giardino e con quelli cerchiamo di farci un varco nel fosso ,tra rovi e sporcizia .
“C’è da scendere . Vado io “.
” No mamma puoi farti male” .
“No Ginevra ,sorreggimi con la mano scendo io” .
Ma il gatto non c’ è . Accidenti , dove sarà mai ?
All’improvviso ,ancora una risposta al nostro miagolio .
Ma non è nel fondo del fosso, ma incastrato nei lati, tra la sterpaglia fitta. Ci vogliono guanti e cesoie.
Via in Fattoria a prendere il tutto e tu Ginevra resta di guardia.
Eccoci all’ultimo tentativo : scendo ed inizio a pulire la scarpata ..
Lo vedo , con delicatezza affondo la mano e lo afferro .
E lui : piccolissimo e con il pelo rosso . Ci sembra impossibile averlo ritrovato .
Un miracolo che rende la giornata unica .
Ora il piccolo cucciolo di gatto è in Fattoria con noi , ha bevuto latte e fa già le fusa .
Si chiamerà Romeo .
( Silvana Sperati )