Scegliamo veramente ?
Occorre percorrere una strada verso la libertà di scegliere
Ogni giorno, se ce lo permettiamo, siamo chiamati a scegliere. A decidere autonomamente e responsabilmente della nostra vita e, se si è genitori, di quella dei nostri bambini.
A partire dalle cose più semplici, come potrebbe essere il pranzo, fino alle scelte più complesse e talvolta radicali .
Quando si sceglie necessariamente si opta in una direzione e se ne trascura un’altra. Nulla di straordinario potremmo dire. Anzi ciò che ho detto dovrebbe appartenere all’ovvio .
Però a ben pensarci lo scegliere implica, prima di tutto, la consapevolezza delle possibilità entro le quali poter esercitare la scelta stessa.
Ogni volta dobbiamo domandarci: quante possibilità ci sono? Ed è importante essere in grado di “vederle” tutte.
Si sceglie valutando varie opzioni e negoziando i desideri con i limiti .
Ma come si fa a conoscere le possibilità ?
Le varie possibilità, per esempio, riguardanti l’alimentazione, piuttosto che di gestione del tempo libero o, e qui la cosa diventa più complessa, di approccio all’educazione ?
La risposta, anche in questo caso è ovvia : documentandosi.
In questo flusso di pensieri, in cui ” uno tira l’altro “, possiamo osservare che colui che si documenta necessariamente è una persona attiva, curiosa, che non si limita alle apparenze ed al “così fan tutti “, ma che va a cercare anche nuove informazioni e riposte. Se quello che abbiamo sintetizzato vale, allora possiamo dire che la persona che sceglie è a persona attiva, che si interessa alle cose. Chi è passivo, possiamo concludere, probabilmente sarà portato a scegliere la prima cosa che gli capita.
Il ragionamento non fa una grinza. Ma a questo punto, per continuare a riflettere, e circostanziare la questione è necessario porre a noi stessi una domanda: nella maggior parte delle persone oggi, nei i genitori, in me stesso, questo atteggiamento verso la documentazione e la scelta è presente? è generalizzabile ? ,
E’ percepito come necessario, oppure raro da vedere ?
Parecchi comportamenti ci inducono a temere il contrario .
Per esempio se osserviamo le file davanti ai supermercati, soprattutto alla domenica, ci scappa un serio dubbio circa la conoscenza delle opzioni e la capacità organizzativa dei più. Poi se osserviamo la percentuale di bambini che viene coinvolta nel rito del consumismo la preoccupazione aumenta .
Niente di irreparabile viene da dire, e “tutti devono mangiare” anche chi gestisce mega store, ma ci sarà pure un’altra opzione ?
Lo stesso dubbio mi assale quando vedo apparecchiate nelle tavole degli acquisti per il Natale dei giocattoli in plastica , riferibili spesso a trasmissioni televisive , che di fatto consentono ai bambini nulla sul piano della sperimentazione e vengono acquistati a colti di 80 euro , quando magari un pomeriggio di buon gioco in ludoteca, dal costo di 10 euro, non viene neppure contemplato.
Allora mi viene da riflettere su quanto le persone hanno consapevolezza delle varie opzioni e quindi di scegliere veramente e quanto, invece, si sceglie seguendo il “così fan tutti”.
Potrebbe valer a pena di rifletterci .
Silvana Sperati
per Fattoria delle ginestre